Il nostro Canzoniere
Un verso dopo l'altro il Canzoniere si compone.
E le parole di questi ragazzi e di queste ragazze ci parlano di acqua del mare che sa cullare e nuvole in moto insieme al vento; di stelle pronte ad accogliere chi voglia ballare; di aquile che si librano audacemente "in un istante fugace". E ancora: dell'uomo come ossimoro, "guerrafondaio avaro" capace di "cura", che attende che il cielo "si storca", che tenta di alzarsi sulle punte, per comprendere, prima di essere polvere; che si sente piccolo e per questo si lascia intrappolare in effimeri amori; che cammina "nel tumulto cittadino", eppure riesce a percepire l'eco dei suoi passi sul vuoto come fossero "un macigno che cade dal cielo all'imbrunire", con il cuore che "palpita a dirotto".
Emozioni in versi dalla II L (referente Maria Luisa Brunero)
L’incubo del buio
di Anna Baracco
Un brivido in questo buio,
dove il cielo è più scuro,
la notte senza luna
e la stanza diventa scura.
Le nubi sono incombenti
e coprono le stelle splendenti
creando un impedimento
per ogni sentimento.
Volteggiano i pensieri
che son frammenti leggeri
di un’anima ora debole
dal coraggio flebile.
Ormai tutto è spento,
come una candela al vento,
in me paura e confusione
insieme a una gelida sensazione.
Avanza l’oscurità,
ma forse non è la realtà…
Tengo gli occhi chiusi
e vedo colori diffusi.
Cosa saranno?
Sintomi dell’affanno?
O forse i portatori
di forza nei nostri cuori?
Non so riconoscere niente,
sento che l’universo mi mente.
Quindi questo danno
era solo un inganno.
Voglio trasformare lo smarrimento
In uno spirito attento
Che ora mi possa guidare
Verso l’uscita per non annegare.
L’unica possibilità
è rompere questa immobilità,
il silenzio è nella mia mente
creato dall’ansia inconsciamente.
Uso quindi la fantasia
per volare via
sulla melodia delle note
che non son più vuote.
Comprendo l’incubo passato
che ho appena affrontato
e sospiro nella stanza
che ora brilla senza titubanza.
Suoni ed emozioni
di Arianna Gonella
Mente libera dalle emozioni,
disegni a seconda delle proprie passioni.
Sono amica dell'acqua del mare,
che da sempre mi sa cullare;
delle nuvole che il vento porta via,
salendo come una funivia,
a ritmo della musica
suonata da strumenti
pieni di sentimenti!
Sulle stelle il traguardo è ballare
con strumenti pronti per suonare!!!
L’aquila
di Anna Baracco
Sovrana delle correnti
e figlia del cielo,
guerriera tra i venti
dall’animo sincero.
Spirito solitario
guardingo e maestoso
dal cuore temerario
e dall’aspetto imperioso.
Vola leggiadra
muovendosi con eleganza,
percorre la sua strada
al ritmo di una danza.
Sulle note della melodia
viaggia lontano,
esplora con la fantasia
ogni anfratto di quel brano.
Si posa su una vetta
e stende le sue ali,
contro le raffiche si diletta
con gesti astrali.
In un instante fugace
allunga gli artigli
la sua indole audace
per udire tutti i bisbigli.
Candido è il suo manto
e della terra è il colore,
ragion di vanto
e invidia di ogni cuore.
Il capo ritto e fiero
punta all’orizzonte,
nel limbo dell’emisfero
sulla metà del monte.
La sua anima ancor vigile
oramai è arrivata,
dentro risulta fragile
ma la cima è riconquistata.
In alto ballerina
in basso cacciatrice
su la regina
giù la predatrice.
Il trono possiedi
così come la corona,
non affannarti e in ciò credi:
Aquila, sei tu la padrona!
Poetesse e poeti della II D (referente: prof.ssa Laura Righi)
L’uomo
di Gian Stefano Fantini
L’albero, produttore di vita
ma l’uomo
Il cucciolo, ragione di vita
ma l’uomo
Il fuoco, calore di vita
ma l’uomo
Il tempo, maestro di vita
ma l’uomo
I mari, mondi di vita
ma l’uomo
L’uomo, boia di boschi
ma ama
L’uomo, indifferente al futuro
ma spera
L’uomo, perverso piromane
ma soffre
L’uomo, guerrafondaio avaro
ma cura
L’uomo, distruttore di vita
ma vive
Quando sarò polvere
di Carlotta Maccari
Mentre cammino distratta guardando l’asfalto
Nella mia testa un pensiero mi colpisce d’assalto:
Se per un giorno il mondo si storcesse,
Se la parte nascosta della Luna si vedesse
Forse potremmo vedere le cose da una prospettiva migliore,
Forse capiremmo quanto è piccolo ogni nostro dolore
Se comparato con l’immensità dell’universo infinito
Mi alzo sulle punte e cerco di toccare il cielo con un dito
All’improvviso perdo l’equilibrio e cedo
Capirò di più quando sarò polvere, almeno spero, almeno credo
Uomo
di Juan Gallon
E siamo così piccoli
Che abbiamo inventato le religioni
E siamo così piccoli
Che non sappiamo come colmare i vuoti
E siamo così piccoli
Per natura ci intrappoliamo in effimeri amori
E siamo così piccoli
Ma abbiamo saputo ammaestrare i suoni
E siamo così piccoli
E non ce ne rendiamo conto
Ci sentiamo divinità grazie alla coscienza
E abbiamo assoggettato un altrui mondo
E siamo così piccoli
Che facciamo pena all'universo
E siamo così piccoli
Che tutto e niente acquista senso
Uno sguardo ignaro
di Marluce Villasanta
Ad ogni mio passo il vuoto si fa sentire,
come un macigno che cade dal cielo all’imbrunire,
incapace di capire, di gestire, d’interagire.
Il mio cuore autore di felici fantasie.
Nel tumulto cittadino,
d’un occhio lo sguardo ignaro attraversa il mio,
un sospiro, un affanno, un rimestio.
Cado nell’oblio, scuro e senza fondo,
non riesco a trovare conforto.
Il mio cervello mi dà contro ed il mio cuore palpita a dirotto.
Incapace di capire, di gestire, d’interagire ho la sensazione di svanire.
Un brivido mi sconquassa,
l’aria è in grave mancanza mentre il paesaggio, ignaro, mi sorpassa.